CAMPIONATO PRIMAVERA 2005-06
Regular s. - Ottavi - Fase finale - Finalissima - Albo d'oro

FINALE 1°/2° POSTO

Giovedì 8 giugno | Fiorentina-Juventus 0-2 | Rimini, ore 21

FIORENTINA (4-3-3): Manfredini; Cortese, Tagliani, Mateo (44’st Masi), Brivio; De Falco, A.Paolucci, Dan.D’Ambrosio (25’st Ciulli); Pettinari (13’st Gherardi), Di Carmine, Del Sante. A disp. Bini, Bonamici, Paoli, Bellazzini. All. Cadregari
JUVENTUS (4-3-1-2): Scarzanella; Di Cuonzo, Zammuto, Criscito, Rossi; Marchisio, Venitucci, De Ceglie; Giovinco (47’st Lanzafame); M.Paolucci (48’st Maniero), Volpe (27’st Del Prete). A disp. Pozzato, Cuneaz, Bettega, Rizza. All. Chiarenza
ARBITRO: Merchiori di Ferrara
MARCATORI: 6’pt Criscito, 37’pt M.Paolucci
AMMONITI: Paolucci (F), Scarzanella, Criscito (J)

Si conclude con l’unica vittoria che mancava il ciclo della primavera bianconera di Vincenzo Chiarenza: non che l’addio del tecnico sia deciso o scontato – i telecronisti di Sky hanno provato in tutti i modi ad indagare, sia con il diretto interessanto che con il direttore sportivo di fresca nomina Alessio Secco, sull’ipotesi di una sua promozione sulla panchina che Capello sta per lasciar libera – ma la squadra, con otto giocatori al limite d’età, ed un fuoriquota, Di Cuonzo, tra le altre cose l’unico che in questa settimana non è mai sembrato all’altezza della situazione, dovrà necessariamente essere ricostruita da zero. Prima di lasciare però i ragazzi dell’86 – la spina dorsale della squadra era in campo anche nella finale del Viareggio vinta nel 2005, oltre che nell’amarissima semifinale con la Roma – sono riusciti a riportare a Torino un titolo che mancava dal 1994, quando in rosa c’erano Cammarata, Manfredini, Dal Canto e Binotto, oltre ad un Del Piero che aveva già segnato i suoi primi cinque gol in serie A.

Qui la situazione è completamente diversa: il fantasista che, come era toccato a Chiumiento dopo la vittoria nel Viareggio 2004, dovrà sopportare il paragone con Del Piero si chiama Sebastian Giovinco, ha numeri da spellarsi le mani a forza di applausi ma la prima squadra per il momento non l’ha vista neppure con il binocolo. Discorso simile per Michele Paolucci, centravanti completo e implacabile sotto rete, miglior marcatore sia della regular season che delle fasi finali, Marchisio o Criscito, che pur allenandosi agli ordini di Capello per tutta la stagione è ancora fermo all’unica presenza rimediata a Genova prima di finire nel mirino di Moggi. Era stato proprio il difensore, dopo un paio di incursioni di Paolucci e Di Carmine, a sbloccare il risultato di testa, sfruttando un errore della difesa su una punizione di Giovinco dalla stessa mattonella da cui aveva infilato il palermitano Sirigu due giorni prima. La Fiorentina prova a reagire ancora con Di Carmine, che prima si vede respingere la conclusione da un difensore (ma l’azione era viziata da una netta spinta su Criscito), poi induce Di Cuonzo ad una scriteriata deviazione verso la sua porta che esalta i riflessi di Scarzanella, ma poco dopo la mezz’ora arriva il colpo del ko, con un rapido contropiede di Michele Paolucci che evita il ritorno di Tagliani e mette in rete a fil di palo.

Nella prima parte di ripresa la partita vive una fase di stanca, interrotta solamente da un mancato aggancio di Marchisio, ben servito da De Ceglie, e dallo sproloquio dell’evanescente Pettinari, che per lasciar traccia della sua presenza in questa finale non trova di meglio che insultare il tecnico che lo stava facendo sostituire. La Fiorentina, che contro Roma e Milan aveva vinto in rimonta, rimane scoraggiata dal doppio svantaggio, ed i tentativi più pericolosi sono affidati alla perizia balistica di Andrea Paolucci, che a otto minuti dalla fine pareggia con un palo colpito in girata dal limite la traversa centrata nel primo tempo da un magnifica punizione di Giovinco, premiato dal Guerin Sportivo come miglior giocatore della fase finale. Erano dodici, senza mettere nel conto i due Allievi entrati nel finale, gli anni che la Fiorentina rendeva alla corazzata Juventus, che poteva contare sull’ottima forma del terzino sinistro Rossi, dei due interni di centro-destra Marchisio e Venitucci, e del centravanti Paolucci, che a metà ripresa ha rischiato di far venire giù lo stadio mancando di pochi centimetri la traversa con una rovesciata stile “Fuga per la vittoria”. Troppo per i giovani talenti di Cadregari, che potranno consolarsi pensando al futuro, ad un’annata in cui quasi tutte le grandi saranno alle prese con una radicale ricostruzione, e loro avranno solidissime basi da cui ripartire, se sapranno rimpiazzare adeguatamente i due mediani Paolucci e De Falco, attesi da una categoria superiore. Le basi per arrivare nuovamente fino in fondo ci sono tutte, a partire dal talento non comune di Samuele Di Carmine e Davide Brivio, da fisico ed esperienza di Del Sante e Mateo David, fino alla verve dei due ragazzini terribili Gherardi e Masi, quest’ultimo rispedito subito a sfogare la delusione con gli Allievi Nazionali. (Francesco Oddi)