DANIEL BESSA

Centrocampista
Nato a San Paolo (Brasile) il 14 gennaio 1993
Esordio in A: -

2007-08 AT.PARANAENSE A
2008-09 INTER A 0 0 0 0
2009-10 INTER A 0 0 0 0
2010-11 INTER A 0 0 0 0
93 2011-12 INTER A 0 0 0 0
2012-13 INTER A 0 0 0 0

(legenda)

In lui tutti vedono l'erede di Wesley Sneijder, nelle sue giocate si nota il genio (ancora acerbo) dei grandi numeri 10, nei suoi occhi si intuisce la naturale voglia di emergere, di lasciare una impronta. Daniel Bessa, 19 anni lo scorso gennaio, è un diamante da lavorare, ma sembra un predestinato. L'Inter, quella che calpesta i grandi palcoscenici, sarà sua. Probabilmente entrerà in gruppo già dalla prossima estate, in punta di piedi, ma già da adesso può dimostrare di essere pronto, esserne degno. Magari domani nella finale di NextGen Series contro l'Ajax.

Un appuntamento con la storia per il quale si scomoderà anche il presidente Massimo Moratti. «Se dovesse venire a vederci, sarebbe un onore, il modo migliore di caricarci e di starci vicino», dice il brasiliano di San Paolo. Uno che il talento ce l'ha nel dna. «Quest'anno gioco di più — continua — e forse è anche per questo motivo che si vede una maggiore continuità di rendimento rispetto agli anni passati». Ma il suo segreto sta anche nella ritrovata tranquillità. C'è stato un periodo in cui non poteva pensare soltanto al calcio, ma doveva occuparsi anche della mamma malata di tumore. Adesso che la grande paura è passata, che la mamma è guarita, Daniel può dedicarsi soltanto alla sua passione più grande.

Bessa mantiene il basso profilo, ma i suoi concetti sono chiari: «Contro il Marsiglia non credo di avere giocato la mia miglior partita da quando sono all'Inter, ma di certo la squadra, soprattutto nel primo tempo, ha dato una dimostrazione della propria forza. Merito anche del tecnico Stramaccioni, che ha azzeccato la mossa tattica, invertendo di posizione Longo con Livaja». Per battere l'Ajax servirà più di un'invenzione. Servirà la partita perfetta. «E' una partita secca, non credo che ci sia una favorita. Gli olandesi hanno impressionato di più, forse, perché hanno segnato più gol, tre con il Barcellona e sei con il Liverpool, ma sia noi sia loro siamo due squadre forti. Ci stiamo preparando bene e vorremmo portare a casa la coppa. Il massimo sarebbe combinare una nostra vittoria con quella della prima squadra a Torino contro la Juventus». Già, la prima squadra, quella che potrebbe accoglierlo a braccia aperto già tra qualche mese: «In questo momento, non è un mio pensiero. Sono troppo concentrato sulla finale di NextGen», dice il brasiliano, dimostrando di aver capito che all'Inter i fatti sono preferibili alle parole.

Bessa può tornare a far sorridere il presidente Massimo Moratti, magari segnando il gol decisivo nella finale: «Finora ne ho fatti 15 — dice — 10 in campionato, 2 in Coppa Italia e 3 nella NextGen. Ci proverò». Daniel e compagni avranno addosso gli occhi di tutti. Merito di questa Champions dei giovani, «servita moltissimo. Ci ha permesso di confrontarci con ragazzi di altri club europei, cosa che di solito possono fare soltanto coloro che vanno con le nazionali. Dobbiamo ringraziare la società per averci dato questa ulteriore possibilità di crescita. Stramaccioni, poi, ha confermato quanto di buono si diceva sul suo conto, sia come tecnico, sia come uomo. Ci stimola ogni giorno a dare il meglio, ci carica sempre, anche chi gioca di meno, e così facendo ha creato un gruppo solidissimo». Un gruppo vicinissimo all'impresa. Ajax permettendo.

(Roberto Pelucchi - La Gazzetta dello Sport - 24 marzo ’12)


La carriera in nazionale (figc.it)