FABIO BORINI
Attaccante
Nato a Bentivoglio (BO) il 29 marzo 1991
Esordio in A: 11 settembre 2011, Roma-Cagliari 1-2
2005-06 | BOLOGNA | B | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2006-07 | BOLOGNA | B | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2007-08 | CHELSEA | A | 0 | 0 | |||
2008-09 | CHELSEA | A | 0 | 0 | |||
2009-10 | CHELSEA | A | 4 | 0 | |||
2010-11 | CHELSEA | A | 0 | 0 | |||
Mar.2011 | SWANSEA CITY | B | 12 | 6 | |||
15 | 2001-12 | PARMA | A | 0 | 0 | 0 | 0 |
31 | Set.2011 | ROMA | A | 24 | 9 | 2 | 1 |
29 | 2012-13 | LIVERPOOL | A | 0 | 0 | 0 | 0 |
(legenda)
(Francesco Oddi - La Gazzetta dello Sport - 2 settembre ’11)
È cresciuto all’esterno anche l’unico nato in Italia degli 11 acquisti del mercato appena concluso, ma dopo essere passato per Trigoria, 4 anni prima che il Parma lo tesserasse a costo zero per poi valutarlo 8,25 milioni e cederlo in prestito alla Roma. Era il 31 marzo del 2007, Fabio Borini aveva compiuto 16 anni da due giorni, e già faceva la Primavera, categoria in cui da regolamento potrebbe giocare ancora fino a giugno: Crescenzi, suo compagno di under 21, stava ancora con gli Allievi Regionali, due categorie sotto, lui venne col suo Bologna a sfidare la Roma di Alberto De Rossi e Stefano Okaka.
Vinsero i giallorossi 2-0 (Giacomini e Della Penna), gli applausi furono tutti per i due 16enni dei rossoblu, Albertazzi e Borini, schierato ala sinistra nel 4-2-3-1: a fine anno l’Arsenal si presentò dal primo, il Chelsea dal secondo, uno rifiutò (passando al Milan sei mesi dopo, un milione e passa per metà cartellino), l’altro non se lo fece ripetere due volte. «L’adattamento è stato molto lungo, ci ho messo sei mesi prima di cominciare a parlare inglese – dichiarò tempo dopo il neo romanista – sicuramente esordire nel Bologna, dove puntavano su di me, sarebbe stato più facile. Ma a me le cose facili non sono mai piaciute».
E così, mentre l’ex avversario e nuovo compagno Okaka – l’unico, nella Roma degli ultimi 10 anni, ad aver bruciato le tappe come lui – andava avanti tra prestiti e spezzoni in prima squadra, Borini si faceva le ossa a suon di gol tra Academy e Reserves del Chelsea, dove lo facevano giocare centravanti nonostante il fisico da ala, 180 centimetri per 73 chili. Ne faceva tanti, capocannoniere spesso e volentieri, tanto da convincere Ancelotti a farlo esordire in prima squadra e Piscedda ad affidargli maglia numero 10 e fascia di capitano dell’under 19 per gli Europei del 2010. Il resto è storia recente: a marzo il prestito allo Swansea City – 12 partite, 6 gol e una promozione in Premier – quando ormai il Chelsea aveva capito che non avrebbe rinnovato e lo aveva messo ai margini, ad agosto l’unica partita col Parma (in panchina), e l’ultima (per ora: oggi è in ritiro con loro) con l’under 21, 1-1 con la Svizzera. Con gol suo, dalla linea di fondo all’incrocio dei pali, mischiando potenza, sfrontatezza e quel po’ di fortuna che assiste chi non ama le cose troppo facili.
La carriera in nazionale (figc.it)