In un campionato di 26 giornate, con ampia rotazione dei titolari, Aimone Calì ha fatto 24 gol. E pensare che il capocannoniere dei Giovanissimi Nazionali fino a 5 anni fa a calcio neanche ci giocava. «Mi dedicavo ad altri sport. Tipo il rugby. O la boxe, visto che mio padre è istruttore, a San Basilio. E quando ho cominciato, con la Romulea, ho fatto per due anni il terzino sinistro». Poi due anni da centravanti, tra Romulea e Nuova Tor Tre Teste, una valanga di gol, tre provini importanti — Juventus, Empoli e Fiorentina — e l’arrivo a Trigoria, la scorsa estate. «Alla Roma mi hanno insegnato a venire incontro, a giocare di più con i compagni, senza andare per forza in profondità». Anche perché nei dilettanti, col suo fisico da rugbista, gli bastava stazionare in area per andare a segno: robusto, spalle larghe, un metro e ottanta a 14 anni.

Di testa sono sempre state tutte sue, domenica, nell’ultima della regular season, ha segnato due bei gol a giro, prima col sinistro poi col destro. L’altro centravanti della squadra, Trani, ha tre gol in meno (21, tutt’altro che pochi) ma si è già imposto come titolare dell’Italia under 15: alle 11 a Cesena la Roma esordirà nella seconda fase del campionato, se il tecnico (Coppitelli) riuscirà a farli coesistere potrà puntare alla finale. Ultimo a centrarla, due anni fa, Vincenzo Montella.

(Francesco Oddi - La Gazzetta dello Sport - 13 maggio ’12)