MICHELE CAMPORESE

Difensore
Nato a Pisa il 19 maggio 1992
Esordio in A: 20 novembre 2010, Milan-Fiorentina 1-0

2004-05 FIORENTINA A 0 0 0 0
2005-06 FIORENTINA A 0 0 0 0
2006-07 FIORENTINA A 0 0 0 0
2007-08 FIORENTINA A 0 0 0 0
2008-09 FIORENTINA A 0 0 0 0
44 2009-10 FIORENTINA A 0 0 0 0
31 2010-11 FIORENTINA A 9 1
31 2011-12 FIORENTINA A 0 0 0 0
31 2012-13 FIORENTINA A 0 0 0 0

(legenda)

Un Europeo (perso in semifinale, contro la squadra poi campione), un Mondiale (perso ai quarti, sempre contro la squadra poi campione, la Svizzera di Seferovic), uno scudetto (vinto, almeno quello): debuttare in serie A con Ibrahimovic a spasso per il campo, e spesso e volentieri dalla parte tua, non è roba per cui si può mai essere pronti, ma Michele Camporese la sua trafila se l’è fatta, e la sua figura pure, sabato sera a San Siro. E pensare che l’anno scorso, il centrale che sabato prenderà il posto – tra i diciotto, per il resto si vedrà – dello squalificato Kroldrup, faceva panchina in Primavera: la squadra viola aveva un’età media molto alta, e in difesa lo spazio se lo dividevano l’ex bambino prodigio Federico Masi, torturato dalla sfortuna e ancora lì, il ’90 Ramzi Aya e il fuoriquota Bettoni, ora mandati a fare esperienza alla Reggiana, insieme alla rivelazione dell’under 21 Romizi.

Per Camporese tanta panchina, con tutto che l’anno prima aveva vinto lo scudetto Allievi, alzando la coppa in quanto capitano della squadra, con tutto che in rosa c’erano Babacar e Federico Carraro, che lo hanno preceduto in serie A, e che il tecnico era lo stesso, Renato Buso. Quel tricolore - finale il 19 giugno 2009, Inter-Fiorentina 1-3, Iemmello, Carraro e Matos - è stato il punto più alto raggiunto dai ’92 della Fiorentina, la prima annata su cui Pantaleo Corvino ha potuto mettere le mani sin dall’inizio, scegliendo i nuovi mentre gli altri facevano i Giovanissimi Regionali. Ovvero nel 2005-06, la prima stagione a Firenze dell’ex direttore sportivo del Lecce: nel 2006 arrivarono Carraro, Iemmello e De Vitis jr (ora al Parma), Camporese c’era già.

Pisano, cresciuto nell’Unione Sportiva Acli Garzella, è approdato in maglia viola a dieci anni, la fascia di capitano una logica conseguenza vista la militanza, la maglia azzurra visto il talento. “Con me ha fatto Europei e Mondiali – spiega Pasquale Salerno, ora e allora ct dell’under 17 – con tutto che in difesa ne avevo di giocatori, a partire da Camilleri, il ragazzino della Reggina che era andato al Chelsea a 15 anni, ed è tornato indietro, trovando pure l’esordio in A. Ma Michele è un difensore come ce ne sono pochi, uno che ha una struttura fisica perfetta, imbattibile nel gioco aereo, fortissimo in marcatura. Un leader vero, che vuole che le cose vadano bene in tutto e per tutto, e che per questo a volte alza la voce: a chi non lo conosce può sembrare arrogante, ma in realtà è un ragazzo eccezionale. Io ci discutevo per questioni tecniche: per essere un difensore ha piedi più che accettabili, in particolare sul lancio lungo, io volevo che il reparto arretrato giocasse la palla, e lui invece me la scagliava a cinquanta-sessanta metri, alla ricerca del compagno. Ma quando Ferrara mi ha detto che non aveva molta scelta per quanto riguarda i centrali dell’under 21, gli ho fatto subito il suo nome. Quando è entrato, con la Nazionale, sembrava piuttosto emozionato, all’inizio ha anche commesso un paio di ingenuità che non sono da lui: a Milano invece l’ho visto bene, freddo e concentrato. Ma lui è così: l’emozione lo può fregare per i primi due minuti, poi si dimentica tutto, e non lo fermi più”.

(Francesco Oddi - Corriere Fiorentino - 22 novembre ’10)



La carriera in nazionale (figc.it)