QUASI FAMOSI - EMILIANO CORSI

"Al Viareggio meritavamo sicuramente di più. Ora però c'è il campionato e siamo pronti per raggiungere il nostro obiettivo: difendere lo scudetto che portiamo sulle maglie". Emiliano Corsi, centrocampista della Lazio Primavera e dell'Italia under 18, parla con un filo di rammarico, misto però a quelle certezze che nascono dal cuore. Il Viareggio infatti lui lo avrebbe voluto vincere, anche per dedicarlo ad Andrea Tallone, suo compagno ed amico nell'avventura in biancoceleste, scomparso la scorsa estate a causa di un male incurabile. "È vero, se avessimo vinto la dedica sarebbe stata per Andrea - conferma Emiliano -. A lui ero legatissimo, così come tanti miei compagni di squadra. Ci piacerebbe ricordarlo in qualche modo, magari con un torneo o qualcosa di simile". Ed allora la Lazio ha ora un motivo in più per cercare di bissare il tricolore dello scorso anno. Anche perché Emiliano sta crescendo di partita in partita e Bollini ora a centrocampo ha un'arma in più.

Cresciuto nell'Olimipica, Corsi (classe 1984) si è avvicinato al calcio all'età di sette anni, grazie ad un altro suo grande amico: Mattia, figlio di Roberto Soldà (ex giocatore della Lazio) ed all'epoca suo compagno di classe. Due anni dopo era già alla Roma, dove ebbe come allenatori prima Tempestilli e poi De Rossi. La prima stagione fu splendida, la seconda quasi un calvario. Emiliano non giocava e a fine stagione, con la scusa di un fisico troppo gracile, fu mandato via. "Ci rimasi male, perché avevo già sofferto molto per il fatto di non giocare. Cercai subito la mia rivincita e la trovai nella Lazio". Emiliano si presentò di sua spontanea volontà al campo e Volfango Patarca, che già aveva avuto modo di ammirarlo negli innumerevoli derby, non se lo fece scappare. "Nei primi tre anni in biancoceleste ho avuto tre allenatori diversi: Patarca, Beruatto e Oddi, tutti splendidi. Con Oddi poi sfiorammo lo scudetto, perdendo 2-1 la finale con la Juventus. Ecco quello oggi è il mio maggiore rammarico, anche perché in quella squadra giocava Andrea". Quell'anno però iniziarono ad arrivare anche le convocazioni in azzurro: under 15, 16, 17 e 18. Emiliano, da allora, è diventato un veterano dell'Italia giovanile: "Ricordo soprattutto il mio esordio: giocavamo un'amichevole a Londra, contro l'Inghilterra. Segnai dopo sei minuti, ma pareggiamo 2-2. Comunque fu tutto molto bello". Anche per gli altri, perché Corsi ha subito convinto tutti. Classico centrocampista bravo a fare entrambi le fasi, ha qualità, visione di gioco e grinta. Deve solo migliorare la struttura fisica e poi continuare a crederci. La Lazio, per il futuro, ne può avere bisogno.

(Andrea Pugliese - La Gazzetta dello Sport - 13 febbraio 2002)