ALESSANDRO DI MARIO

Attaccante
Nato a Roma il 18 luglio 1991
Esordio in A: -

2005-06 AXA dil.
2006-07 LAZIO A 0 0 0 0
2007-08 LAZIO A 0 0 0 0
2008-09 LAZIO A 0 0 0 0
53 2009-10 LAZIO A 0 0 0 0
2010-11 LAZIO A 0 0 0 0

(legenda)

Non avrà i tratti del funambolo con il colpo di tacco nella manica e la rabona nel cilindro, ma Alessandro Di Mario è la sintesi perfetta della Lazio nuovo ciclo. Più grezza, più cinica, immediata: gol e via andare, palla in tribuna se serve, che alla fine contano i risultati. Specchio riflesso, insomma, e allora ecco il bomber (5 gol in 2 partite) che si rivede nella squadra e viceversa, in un gioco di rimandi da far girare la testa. «È vero – ammette l’attaccante – rispetto al gruppo dello scorso anno siamo meno belli stilisticamente, meno eleganti, ma abbiamo un senso di concretezza che altre rose non hanno». Come dire: datela a me che la butto dentro, ci penso io. Pensare che il rapporto con il ragazzo di Casal Palocco, 18 anni lo scorso luglio, era nato con qualche diffidenza in casa Lazio per via di un calcio di rigore sciagurato, fallito contro la Juventus all’ultimo Viareggio. «L’ho ancora sulla coscienza, ogni tanto ci penso, ero troppo sicuro di segnare. Ormai è acqua passata».

Già, roba vecchia, da soffitta e ragnatele, le stesse che in questi primi 180’ di campionato Di Mario ha tolto dai legni delle porte di Crotone e Catania. «È un inizio confortante – continua – l’anno scorso ero giustamente relegato dietro le ombre di due come Mendicino e Kozak, che non a caso sono finiti in B». Via l’uno e l’altro ed ecco spuntare il puntero con il fisico da centometrista. «Merito dei compagni se segno, e del mister, Sesena, che mi concede la possibilità di giocare».

Del resto, dopo l’esperienza all’Axa, in questi anni Di Mario ha lavorato sulla potenza e le doti sottoporta, sul fiuto del gol. E non possono essere un caso i 12 segnati con gli Allievi Coppa Lazio all’esordio in biancoceleste, quattro anni fa, né i 17 con i Nazionali di Avincola. Quella che si definisce una punta di peso, dunque, che piano piano vorrebbe, parole sue, «assomigliare sempre più a Milito». Uno che gioca per la squadra, insomma, ma non disdegna il gol. «Possiamo arrivare lontano – continua – inutile dire che mi piacerebbe incontrare la Juventus nell’ipotetica finale scudetto». Sogni, come quelli che coltiva tra un’immersione subacquea («hobby che condivido con papà») e l’idea, dopo l'ultimo anno di liceo, di iscriversi all’istituto fisioterapico per sapere come si fa. Intanto, ha scoperto che l’arte del gol la conosce e, almeno per ora, questo può bastare.

(Giorgio Burreddu | Il Corriere dello Sport-Stadio | 8 ottobre 2009)