FRANCESCO GRANDOLFO

Attaccante
Nato a Castellana Grotte (BA) il 26 luglio 1992
Esordio in A: 7 maggio 2011, Palermo-Bari 2-1

2006-07 BARI B 0 0 0 0
2007-08 BARI B 0 0 0 0
2008-09 BARI B 0 0 0 0
2009-10 BARI A 0 0 0 0
39 2010-11 BARI A 3 3 0 0
39 2011-12 BARI B 0 0 0 0
39 Ago.2011 CHIEVO A
9 2012-13 BARI B

(legenda)

Al balcone del primo piano di via Parigi 1, a Casamassima, una ventina di chilometri da Bari, è appeso uno striscione: «Grandolfo da mo’ vale! 39. 1, 2, 3…». Lo hanno ideato papà Michele e gli amici di Francesco, per festeggiare il ragazzo che ha conquistato l’Italia del pallone, con la tripletta firmata a Bologna, nella sua prima da titolare. Ma quel messaggio in dialetto barese «da mo’ vale» (d’ora in avanti conta quel che farai, ndc) è anche lo stimolo più affettuoso.

«Non sono riuscito a prendere sonno nel pullman che da Bologna ci ha riportato a Bari alle 4,30 del mattino— dice Francesco — ripassavo nella mente le immagini della partita, i gol, la morsa dei compagni, i miei idoli fino all’altro giorno (nel suo armadietto campeggia la foto di Gillet, ndc). L’abbraccio paterno di Mutti non lo dimenticherò mai. Se non fosse stato per lui, non avrei esordito in serie A. E poi le telefonate, gli sms (il più inatteso da Giorgio Perinetti: «Il più bel gol è quello che farai» ). Quante emozioni! Volevo dimostrare alla società che posso far parte del Bari. Spero di esserci riuscito con questi tre gol. La retrocessione? Proveremo a rifarci presto».

È un ragazzo bravo e riservato, Francesco. Sul campo, a scuola («Sto per diplomarmi da geometra, ma non baratterei mai la tripletta di Bologna con un cento agli esami» ), nella vita di tutti i giorni. Perché è cresciuto in una famiglia unita, per bene, circondata da tanti amici. A Mirko, un ragazzone che gioca a pallanuoto nella Payton Bari, Francesco ha regalato la maglia di Bologna. Un regno dominato dalla tenera figura di nonna Rosa (86 anni portati benone), pronta a preparare dolci per tutti. «Ma Francesco va pazzo per la crudaiola e la pasta al forno. Domenica ho baciato il televisore. Volevo vederlo giocare nel Bari in tv. Ora il mio sogno si è realizzato » . Papà Michele cura l’amministrazione di un laboratorio fotografico, mamma Lucia bada alla casa e ai tre figli: oltre a Francesco, ci sono Fabrizio (16 anni) e Fabio (15). «Anche loro giocano a calcio— fa orgoglioso il papà — il primo è centrocampista, il secondo è difensore. E, naturalmente stravedono per il fratello».

«Francesco è nato con il pallone tra i piedi — rivela il padre — a due anni e mezzo, nel cortile sotto casa, incantava tutti calciando di controbalzo con entrambi i piedi. A dieci anni ha superato il provino al Bari. L’ho sempre accompagnato in macchina allo stadio. È passato da Praier a Giovanni Loseto, da De Trizio a Cannone e Maiellaro. Sempre da attaccante, mai con l’ossessione del gol». Con un tifoso speciale, che non c’è più da due anni: zio Paolo. «Il mio secondo padre — confessa il 18enne attaccante del Bari — dopo il primo gol a Bologna, ho guardato il cielo e ho pensato a lui. Era tifosissimo di Cassano. Avevo ricevuto la maglia di Antonio dal mio procuratore, Bozzo (lo stesso di Cassano, ndc). Purtroppo non sono riuscito a donargliela… Ricalcare le orme di Antonio? Andiamoci piano. Lui è un campione, io ho cominciato ora».

Curioso retroscena: il Bari ha ufficializzato giovedì scorso il suo primo contratto da professionista (minimo federale), in realtà Grandolfo lo aveva firmato già tre settimane prima, alla vigilia della sfida con la Roma. «Complimenti a lui, al nostro vivaio ed a Mutti che ha scelto il momento migliore per lanciarlo – ha commentato il d.s. biancorosso Guido Angelozzi – a Bologna Grandolfo ha dimostrato di essere un piccolo campione. Cederlo? Non penso che la società intenda privarsi di un giovane così importante».

(Franco Cirici - La Gazzetta dello Sport - 24 maggio ’11)


La tripletta col Bologna (tv.repubblica.it)