«Zampa? L’ho incontrato qui al torneo, insieme a Berardi, mi ha fatto piacere: con loro sono rimasto in buoni rapporti. Mentre con la Lazio, devo ammettere, ci sono rimasto un po’ male: era andato tutto alla grande, solo l’ultimo anno, in Primavera, ho giocato meno. Anche se poi, dopo avermi mandato la lettera di svincolo, Tare mi ha chiamato, e mi ha chiesto se volevo andare al Salerno Calcio». E così Marco Lanni alle 15 a Viareggio si troverà di nuovo di fronte la Roma, come gli era capitato per 7 anni in maglia biancoceleste: la Rappresentativa di serie D non convoca giocatori in prestito, ma il centrocampista di Colleferro da giugno non ha più nulla a che fare con la squadra di Lotito, solo con quella di Lotito&Mezzaroma.

«Il ricordo più bello con la Roma? Da tifoso laziale, che stava a bordo campo a fare il raccattapalle, il derby del 3-0, quello in cui aprì Ledesma da fuori, non era male. Da giocatore quello che vincemmo 1-0 contro una Roma che schierava Bertolacci, D’Alessandro, Petrucci, Sini, Brosco, Frascatore… Era l’anno che i ’91 facevano gli Allievi, io giocavo sotto età. Come Capua (ora all’Avellino, ndr), con cui ho fatto coppia per una vita, che in quel periodo utilizzavano in difesa». Loro e basta: Zampa, che Reja ormai considera uno della prima squadra, stava ancora coi Regionali, come Viviani nella Roma. In quel periodo i due centrocampisti più forti della classe ’92, a Roma e dintorni, erano Lanni e Capua. «Nei Giovanissimi giocammo con la Sampdoria, con un punto avremmo fatto la finale scudetto contro la Roma: vinsero 1-0 e ci scavalcarono. La Roma li batté, e vinse il campionato. Ma per me noi della Lazio, Ceccarelli e gli altri, eravamo più forti» Tanto che la Roma – a corto di centrocampisti dopo l’infortunio di Cilfone, oggi proprio alla Lazio – un pensierino sui due mediani biancocelesti lo fece. «Io con la Roma non ho mai parlato. Ma una persona mi accennò questa possibilità: ero tifoso laziale, dissi subito di no. Certo, a ripensarci oggi, visto come sono andate le cose…».

(Francesco Oddi - La Gazzetta dello Sport - 16 febbraio ’12)