LORENZO MUSTO

Attaccante
Nato a Roma il 22 gennaio 1996
Esordio in A: -

2005-06 ATLETICO 2000 dil.
2006-07 ROMA A 0 0 0 0
2007-08 ROMA A 0 0 0 0
2008-09 ROMA A 0 0 0 0
2009-10 ROMA A 0 0 0 0
2011-12 ROMA A 0 0 0 0
2012-13 ROMA A 0 0 0 0
2013-14 ROMA A 0 0 0 0
2014-15 PERUGIA B

(legenda)

C’è chi per sentirsi a casa ha bisogno di un indirizzo e chi si accontenta di un posto tutto per sé. A Lorenzo Musto, il miglior realizzatore del terzo miglior attacco d’Italia, basta l’area di rigore, quattro linee tracciate con il gesso a delimitare i confini dello spazio verde in cui puoi fare quello che vuoi. Anche segnare tredici gol in tredici partite (di cui sette cominciate dalla panchina) nel campionato Giovanissimi Nazionali: sul primato solitario della Roma nel girone E, il nome di Musto si legge ben chiaro. Il 2011 del giovane attaccante non poteva che iniziare sotto il segno del gol, già tre in appena quattro giorni, uno sul campo del Fano, due su quello dell’Ascoli, nella gara che ha inaugurato il girone di ritorno.

Nessuno nelle giovanili giallorosse ha fatto meglio, l’unico ad avere il suo stesso score è il centravanti degli Allievi Regionali Giordano Casciani, che però ha il doppio dei minuti giocati. Chi conosce Musto, non si stupisce più di tanto: lui i suoi gol li ha sempre fatti sin da piccolissimo, quando giocava nei Pulcini dell’Atletico 2000 insieme ad altri tre dei suoi attuali compagni, i difensori Mantovani, Capanna e Ferrara. Forte di un senso del gol innato e di qualità tecniche importanti, Lorenzo riesce ad andare a segno sfruttando anche la minima opportunità, caratteristica che l’ha trasformato in un’autentica arma letale per Vincenzo Montella, che sa di poter contare su di lui quando c’è da scardinare una partita stregata. Esemplare in questo senso la doppietta che domenica scorsa ha permesso ai giallorossi di espugnare il campo dell’Ascoli, o ancora la rete che ha piegato l’Empoli alla quinta giornata, quando a Musto bastarono tredici minuti per mettere la firma su quello che era uno scontro al vertice.

Niente di nuovo per uno che può già dire di aver segnato all’Armando Picchi: è successo la scorsa primavera, quando i ’96 allenati da Mirko Manfré affrontano il Torino nella semifinale del torneo Città di Livorno. Lorenzo, che era andato a segno anche il giorno prima contro il Piacenza (2-0, Steri l’altro marcatore), firma la rete che porta i giallorossi in finale, poi vinta ai rigori contro il Vicenza. Musto è oggi uno dei leader di un gruppo che nel 2010, fra campionato e tornei, non ha mai conosciuto la sconfitta. Un leader silenzioso e dal carattere introverso, che oltre a trafiggere i portieri avversari ama coltivare altri interessi, su tutti suonare il pianoforte. Prima punta che sa giocare spalle alla porta, Lorenzo sembra nato per stare nell’area di rigore, al punto che i compagni un po’ lo prendono in giro: «Magari noi ci danniamo per andare al tiro, il portiere ce lo para, poi sulla ribattuta arriva lui e la butta dentro: così non vale…». Scherzi fra ragazzi che hanno fatto della coesione di squadra uno dei segreti delle loro fortune. Musto intanto aspetta la prossima vittima: tra una decina di giorni compirà quindici anni e magari li festeggerà a casa sua. In area di rigore, appunto.

(Valeria Meta - Il Romanista - 11 gennaio ’11)