È una storia a lieto fine quella di Lorenzo Pellegrini, centrocampista degli Allievi Nazionali, a segno su rigore nel 4-0 al Lanciano. Era l’esordio, una gara del tutto particolare per uno che la scorsa estate si era ritrovato da un giorno all’altro senza idoneità agonistica per un’aritmia cardiaca. La Roma lo aveva preso a 10 anni dall’Almas, la società dilettantistica in cui era cresciuto Giannini: giocava attaccante, ma non convinceva. Era macchinoso: i gol arrivavano perché era il più alto di tutti, ma il guizzo della punta gli mancava. Lo capì Vincenzo Montella, inventandogli una nuova carriera negli ultimi sei mesi da tecnico giovanile: da centravanti senza prospettiva a magnifico centrocampista, un bestione di 1,85 piazzato davanti alla difesa, che giocava il pallone con entrambi i piedi, lanciava lungo e colpiva di testa. La scorsa stagione è stata di assestamento, con Tovalieri che lo ha provato al centro della difesa, questa non voleva iniziare: mesi tra esami e visite, a dicembre, ottenuta l’idoneità, è rientrato al «Wojtyla» e alla prima partita si è rotto il piede. Da domenica è tornato a sentirsi calciatore: quello che spera di riuscire a fare il suo ex compagno Tassi, fermo da quest’estate per un’anomalia coronarica.

(Francesco Oddi - La Gazzetta dello Sport - 8 febbraio ’13)