FEDERICO RICCI

Attaccante
Nato a Roma il 27 maggio 1994
Esordio in A: 1 dicembre 2013, Atalanta-Roma 1-1

2004-05 MORENA dil.
2005-06 ROMA A 0 0 0 0
2006-07 ROMA A 0 0 0 0
2007-08 ROMA A 0 0 0 0
2008-09 ROMA A 0 0 0 0
2009-10 ROMA A 0 0 0 0
2010-11 ROMA A 0 0 0 0
2011-12 ROMA A 0 0 0 0
45 2012-13 ROMA A 0 0 0 0
94 2013-14 ROMA A 4 0 0 0

(legenda)

Quello che al termine della semifinale con la Fiorentina si è preso più complimenti, con la Juventus (ci sarà anche Franco Baldini) si accomoderà nuovamente in panchina. E sarà pure contento, perché nel girone di andata il 17enne Federico Ricci in panchina c’era andato una sola volta: 18 partite ufficiali, 17 convocazioni, 16 tribune, come fosse il bagaglio a mano del gemello Matteo, che invece, partito riserva, si è ritagliato due posti da titolare, nell’under 18 e nella Roma Primavera. Nel ruolo di Federico, ala o trequartista, Caprari, Piscitella e uno tra Verre e Ciciretti: tanta roba.

«Li distinguiamo dagli scarpini», ammettevano a Trigoria, persino i capelli se li lasciano arruffare alla stessa maniera, la differenza si nota quando battono i calci piazzati: Matteoricci usa il destro, Federico è mancino. Giocavano nel Morena, Bruno Conti li scelse nel 2005, il responsabile della scuola calcio chiese discrezione: è il padre di Roberto Muzzi, oggi (stimatissimo) tecnico dei Provinciali della Roma, all’epoca giocatore della Lazio, se si fosse sparsa la voce magari qualche tifoso gli avrebbe rinfacciato ancora una volta i primi anni di carriera in giallorosso. Stessa infornata di Verre: il primo anno, con gli Esordienti di Sandro Tovalieri, il gemellino bravo sembrava Federico. Dall’anno dopo toccò a Matteo, e Fede sembra perso: coi Giovanissimi Nazionali solamente 4 partite, nessuna da titolare.

Lo scorso anno, negli Allievi, ha ricominciato a giocare, guadagnandosi il salto in Primavera. Ora che Caprari è da Zeman, si gioca la panca con Frediani e Nico Lopez, mister un milione di dollari, 2 gol in questo Viareggio. Ma sabato, quando c’era da tirare i rigori, De Rossi ha preferito lui, e Matteo, dopo aver segnato il suo, se n’è andato perché non voleva vedere il fratello contro un portiere che aveva parato anche più del parabile: il Ricci mancino lo spiazzato, poi ha sfiorato il palo interno dalla parte opposta. «È capace di segnarne 30 di fila così – spiega Alberto De Rossi – tecnicamente è persino più forte di Matteo, che è straordinario». Altrimenti, con una finale in gioco, non si sarebbe affidato a un 17enne che quando è stata compilata la lista per il Viareggio aveva una sola presenza, e non era neppure certo di partire.

(Francesco Oddi - La Gazzetta dello Sport - 20 febbraio ’12)