LEONARDO SPINAZZOLA
Attaccante
Nato a Foligno (PG) il 25 marzo 1993
Esordio in A: -
2006-07 | FOLIGNO | C2 | 0 | 0 | |||
2007-08 | SIENA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2008-09 | SIENA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
2009-10 | SIENA | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
40 | 2010-11 | JUVENTUS | A | 0 | 0 | 0 | 0 |
2011-12 | JUVENTUS | A | 0 | 0 | 0 | 0 | |
(legenda)
(Sergio Baldini | Tuttosport | 22 febbraio 2012)
Se non accontentarsi mai è una delle caratteristiche peculiari dei grandi giocatori, allora Leonardo Spinazzola è sulla buona strada. Ha trascinato la Juventus alla vittoria della Viareggio cup contro la Roma, offrendo due assist d’oro a Beltrame e Padovan, è stato eletto miglior giocatore del torneo e preso d’assalto dai tifosi, ai quali ha regalato perfino scarpe e calze rimanendo a festeggiare scalzo: eppure è uscito dallo spogliatoio niente affatto appagato dalle sue prestazioni.
«Non avevo mai provato una soddisfazione come quella per questa vittoria: ero convinto che sarebbe arrivata, ma il premio personale non me lo aspettavo e non pensavo di meritarlo. Ho giocato bene la finale e la semifinale (in cui ha segnato il gol della vittoria bianconera sul Parma, ndr), ma prima...»
Prima?
«Dopo le prime partite non ero soddisfatto, erano state deludenti, a parte qualche sprazzo. All’inizio del torneo avevo l’autostima a zero, mi sembrava di non essere me stesso».
Già ai quarti contro il Club Guaranì, però, una sua fuga sulla sinistra e il suo cross avevano portato al gol del vantaggio di De Silvestro. Com’è che la sua Viareggio cup ha iniziato a svoltare?
«Il merito è del mister che mi sprona ogni secondo, è veramente un grande tecnico e una grande persona».
E a spronarla, Baroni, non ha iniziato quest’anno, anche se sulla panchina juventina è arrivato in estate, giusto?
«Giusto, mi aveva già allenato al Siena, due anni fa (Spinazzola è alla Juve dall’anno scorso, in prestito con diritto di riscatto della metà, ndr). Lui guidava la Primavera, io facevo su e giù tra la sua squadra e gli Allievi».
Juve, Siena e prima?
«Fino a 14 anni il Foligno, la squadra della mia città».
Sempre e solo calcio o ha praticato anche altri sport?
«No sempre e solo calcio, da quando avevo cinque anni. Mai desiderato fare altro».
Il suo idolo?
«Ronaldo».
Quale?
«Di Ronaldo ce n’è solo uno: il “Fenomeno”, il più forte di tutti. Da bambino anch’io facevo la punta o a volte il trequartista».
Come ruolo adesso ricorda più Cristiano...
«Grazie, ma allora preferisco Kakà».
La squadra preferita da bambino?
«Prima l’Inter per Ronaldo, poi la Juve per Del Piero e il Milan per Rui Costa. Sempre grandi giocatori».
E Spinazzola per diventare grande dove deve ancora migliorare?
«Nella mentalità e ci sto lavorando alla morte: per esempio tendo a giocare una grande partita se gioco bene il primo pallone e magari a fare male se il primo pallone lo sbaglio. Non deve succedere».
Beh, a giudicare dal torneo ci sta riuscendo: ha detto di averlo iniziato con l’autostima a zero e invece grazie anche alle sue giocate decisive il vostro spogliatoio dopo la partita sembrava una discoteca...
«Questo è Carlos Garcia, il nostro dj... (ride) Si è portato l’impianto: è svedese, ma per metà sudamericano, e ha la musica nel sangue. Nel pensionato della Juve dove viviamo sto spesso in camera sua ad ascoltarla».
Nel resto del tempo libero che fa?
«Play Station, ma mi piacciono i giochi di guerra più che quelli calcistici, e per tre mattine alla settimana faccio il volontario alla Croce Rossa di Moncalieri assieme a Beltrame, Chibsah e Belfasti: una bellissima esperienza, utile per capire la realtà fuori dal calcio. Noi siamo abituati troppo bene».
Esce con gli amici o con una fidanzata?
«Con gli amici, la mia ragazza vive a Foligno... È un po’ lontano, ma ci siamo abituati».
Già, fare il calciatore comporta sacrifici: un futuro nella Juve sarebbe un bel modo per ripagarli, no? Magari cominciando con qualche apparizione in prima squadra quest’anno...
«La Juve è un sogno. E magari potesse capitare di affacciarsi in prima squadra prima che finisca la stagione. Ma prima di tutto devo pensare a lavorare duro altri sei mesi con la Primavera».
La carriera in nazionale (figc.it)